ABUSI AL TEMPO DEL COVID
24-06-2020 21:46 - Redazione DA
L'emergenza sembra essere quasi al termine, almeno così pare dai numeri che ogni giorno vengono resi pubblici, anche se il ritorno alla normalità per i supporti sanitari sospesi viaggia ancora a rilento.
Ciò che non è stato reso noto e anzi, è stato piuttosto mistificato, è stato chiaro il ricorso all'abuso del trattamento sanitario obbligatorio. È tornato prepotentemente alla ribalta il mondo sommerso dei disturbi mentali in tutta la sua crudezza, abusi e sistemi inumani ancora in auge nonostante la possibilità di curare con sistemi adeguati.
Il degrado in cui versa il settore psichiatrico su cui da oltre più di vent'anni si accaniscono tagli, carenze e mancanze di risorse, ci catapulta in un mondo che in molti pensano scomparso e che invece continua a pesare quasi esclusivamente sulle famiglie.
I dati del 2017 riferiscono che il ricorso al Tso fosse del 4% con in testa la regione Sicilia seguita poi dalla Lombardia.
Nel 2019 i dati sui disturbi mentali riferiti al nostro Paese sono del 5,6% con la depressione che colpisce a partire dai 15 anni di età.
Il Tso è considerata una pratica veloce cui ricorrere in situazioni critiche, basta una certificazione medica assieme a quella di uno psichiatra della ASL con in calce la firma del sindaco per poterla attuare, obbligando il paziente a rimanere nel reparto di psichiatria fino a 7 gg dove alcune volte la pratica di esser legati ad un letto per giornate intere diventa usuale.
Il riscontro di questa forte negazione di diritto a cure umane è il risultato di quanto accaduto in anni precedenti, l'impoverimento dei servizi, la carenza di personale preparato l'impiego incessante di farmaci,la mancanza di unità territoriali a supporto, la scarsa assistenza domiciliare.
Questo il quadro che ha relegato il disturbo mentale all'ultimo posto.
Governo e Regioni devono destinare fondi per strutture in grado di poter curare ed assistere adeguatamente chi soffre di tali disturbi evitando percorsi degradanti che ci siamo illusi di aver lasciato in un'altra epoca.
La ripartenza sanitaria deve occuparsi anche di settori che riguardano una piaga della nostra società per non farci ritrovare impreparati non solo di fronte all'emergenza pandemica, ma anche nella normale quotidianità.
Giovanna Baracchi
Democrazia Atea Agorà di Milano