TRACCE DI LAICITA'
15-07-2020 21:44 - Redazione DA
A Lizzano la Sindaca ha pubblicato un messaggio di distanza da una espressione di odio proveniente da un rappresentante del mondo cattolico:
“Certo non sta a noi dire quello per cui si deve o non si deve pregare, ma anche in una visione estremamente laica quale è quella che connota la attuale Amministrazione Comunale, la chiesa è madre e nessuna madre pregherebbe mai contro i propri figli. Qualunque sia il loro, legittimo, orientamento sessuale.
Perché non pregare contro i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine?
Perché non celebrare una messa in suffragio per le anime dei disperati che giacciono in fondo al Mediterraneo?
Perché non pregare per le tante vittime innocenti di abusi?
Ecco, senza voler fare polemica, ma con il cuore gonfio di tristezza, tanti altri sono i motivi per cui raccogliere una comunità in preghiera. Certo non contro chi non ha peccato alcuno se non quello di avere il coraggio di amare. E chi ama non commette mai peccato, perché l'amore, di qualunque colore sia, innalza sempre l'animo umano ed è una minaccia solo per chi questa cosa non la comprende".
Don Giuseppe, parroco ideatore del rosario contro il DDL Zan, ha incredibilmente chiamato i carabinieri, che hanno così identificato i presenti. “Perché state identificando queste persone? Perché?”, ha domandato loro la Sindaca. “Allora iniziate a identificare quelli che sono là dentro. Perché Lizzano è una città democratica. E questa è una vergogna. Manifestare è un loro diritto”.
Democrazia Atea plaude all'espressione di laicità che in un Paese normale dovrebbe essere scontato.