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04-03-2019 18:48 - Redazione DA

L’immigrazione in Europa è una costante nei secoli. Restando all’analisi del fenomeno partendo dal secolo scorso, forse il maggior flusso di migrazione dall’Africa lo registrava la Spagna con imbarcazioni provenienti dal Marocco.
Quando la Spagna è entrata nell’Unione Europea, ha rafforzato le barriere e migliaia di migranti sono annegati davanti alle sue coste.
La politica migratoria adottata dall’Europa è partita da un presupposto ideologico aberrante che è quello della criminalizzazione dei migranti a prescindere, e le iniziative adottate ne sono sembrate la diretta conseguenza, come ad esempio la militarizzazione della difesa dei confini attraverso Frontex.

E’ stato inevitabile per i cittadini europei, percepire l’immigrazione come evento criminale, pericoloso, ingiustificato e ingiustificabile, per giunta negandone le cause
dal colonialismo, all’imperialismo, dallo sfruttamento delle risorse alla militarizzazione di gruppi terroristici locali.
Si aggiunga che il livello di benessere della popolazione italiana negli ultimi due decenni si è ridotto considerevolmente e nel disagio economico è più facile scatenare guerre di intolleranza tra chi ha poco e chi ha meno.
L’analfabetismo funzionale della popolazione italiana, che si è attestato al 47%, fa gioco forza verso espressioni di diffuso razzismo posto che nella ignoranza e nel disagio economico, la popolazione italiana fa dei migranti il capro espiatorio della propria povertà culturale.
Ogni politica diversa dal respingimento tout court, trova l’ostilità di una popolazione che si sente forte del proprio degrado.
E anche in questo c’è una responsabilità di tutti coloro che non rinunciano ai propri privilegi, che si sottraggono al dovere di solidarietà, che contribuiscono in maniera rilevante a depauperare le casse dello Stato contribuendo ad abbassare il livello di assistenza sociale.
In simile contesto non si può pretendere una predisposizione all’accoglienza proprio quella parte della popolazione che stenta a difendere il proprio livello di sussistenza, anch’essa nella necessità di essere assistita da un welfare che è stato disintegrato.
Non è logico chiedere ai penultimi di assistere gli ultimi.

Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Componente del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo
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