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AUTARCHIA

15-12-2024 10:59 - Carla Corsetti
Alla festa dei neofascisti sta andando in scena lo spettacolo della pochezza argomentativa, della esaltazione dell'analfabetismo funzionale, il trionfo dell'istinto prevaricatore e della violenza, che su quel palco è solo violenza verbale, ma fuori da quel recinto diventa violenza fisica, economica, ma anche violenza di Stato.
Meloni e i suoi ospiti sono l'incarnazione della prevaricazione al potere che si traduce in genocidio della cultura.
Pasolini ebbe un contrasto intellettuale con Calvino perché, nella sua visione, l'assenza di dialogo con i giovani fascisti li avrebbe inevitabilmente “predestinati razzisticamente a essere tali".
Calvino, invece, in modo più categorico, affermava di non voler avere nessuna occasione di conoscere i fascisti, misurando una distanza incolmabile.
Pasolini fu ucciso per mano fascista (credere alla versione di Pelosi è stata una ingenuità giudiziaria non da poco), ed è anche facile concludere che Calvino aveva ragione nel sostenere che con i fascisti non c'è dialogo, come non può esserci dialogo con la mafia o con qualunque forma di associazione criminale.
Il fascismo tuttavia, non è solamente italiano, è un crimine politico che appartiene a tutti coloro che si dichiarano in aperto contrasto contro i diritti umani e primo tra essi l'aborto.
Milei, il presidente dell'Argentina, condivide con i neofascisti italiani e con Meloni, la stessa modalità repressiva e la stessa fascista negazione dei diritti sessuali e riproduttivi.
In forza di queste affinità elettive, Meloni ha accolto Milei con amicizia e sconfortante adesione alle stesse teorie liberticide.
Gli italiani restano schiacciati tra una destra di governo (FdI) e una destra d'opposizione (PD), aggravata da un quadro di degenerazione internazionale che vede le destre razziste e guerrafondaie eliminare diritti e opportunità, dissolvere lo stato sociale, frantumare ciò che resta delle democrazie.
L'assenza di una opposizione di sinistra sta schiacciando gli italiani verso una tristissima destra che non richiede sforzi, che si comporta con infantilismo prepotente, che irride chi ha bisogno e mente mentre preda per sé.
E le donne pagheranno per prime il prezzo della degenerazione democratica, in Italia come in Argentina.

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