DEMOCRAZIA ATEA HA INVIATO UN ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
05-12-2020 17:18 - Redazione DA
Procura Regionale Puglia della Corte dei Conti
Procuratore regionale dott.ssa Carmela de Gennaro
puglia.procura@corteconticert.it
La sottoscritta Carla Corsetti nata a Roma il 25.9.1962, nella qualità di Segretario nazionale del partito Democrazia Atea
ESPONE
La Giunta del Comune di Monteroni di Lecce, in Provincia di Lecce, con la deliberazione di Giunta n.26 del 26 novembre 2020 ha assunto a carico del bilancio comunale la spesa complessiva di euro 6.000,00 disponibile sui fondi del Cap. 3350 - “Manifestazioni, ricorrenze, cerimonie pubbliche varie – Prestazioni di servizio” - 1.03.02.02.005 01.11 - del Bilancio di Previsione 2020, destinando tale somma per l’acquisto di un abito in favore del sig. Marcello Semeraro, nato a Monteroni di Lecce, per celebrare il conferimento in suo favore di un titolo nobiliare allo stesso concesso dal Monarca Jorge Bergoglio.
Simile destinazione calpesta il Principio di laicità, oltre che il buon senso, trattandosi di una donazione in favore di una persona che avrà nella sua disponibilità la gestione di somme incalcolabili di pertinenza di una Monarchia estera, e non necessitava della donazione di soldi pubblici sottratti alle necessità di un Comune della Repubblica italiana.
La cronaca locale restituisce la narrazione di una cittadinanza che ha accolto con favore simile dono, anche se è legittimo dubitarne posto che non sono tutti cattolici, ci sono seguaci di altre religioni nonché atei,
La maggioranza tuttavia manifesta una generale sottomissione alla teocrazia confinante, che si fa forte delle necessità spirituali, ma resta inaccettabile che si possano destinare soldi pubblici in favore di una persona ricca, inserita nella Corte di una monarchia estera con posizione apicale di assoluto privilegio, per sottrarli a chi ha difficoltà a soddisfare i bisogni primari.
Il Comune di Monteroni di Lecce nel 2016 registrava un reddito medio annuale di € 8.803 e dunque una regalia di 6.000 euro fa ancora più scalpore se si pone in comparazione con il reddito medio dei cittadini di quella comunità.
SI OSSERVA IN DIRITTO
Il primo comma della XIV disposizione transitoria della Costituzione recita: “i titoli nobiliari non sono riconosciuti”.
Tale norma contiene un precetto di portata negativa e cioè il “non riconoscimento” dei titoli nobiliari.
La Corte Costituzionale nella fondamentale sentenza del 1967 (Corte Costituzionale, 8 luglio 1967, n. 101), ha stabilito come “il divieto di riconoscimento dei titoli nobiliari (...) comporta che i titoli nobiliari non costituiscono contenuto di un diritto e, più ampiamente, non conservano alcuna rilevanza: in una parola, essi restano fuori del mondo giuridico. Da questa premessa inevitabilmente discende che l'ordinamento non può contenere norme che impongano ai pubblici poteri di dirimere controversie intorno a pretese alle quali la Costituzione disconosce ogni carattere di giuridicità. (...) Tale irrilevanza giuridica del titoli nobiliari impedisce, dunque, che essi possano essere giudizialmente accertati”.
In altre parole, la Costituzione ha posto "fuori" dall'ordinamento giuridico italiano i titoli nobiliari.
Se la Corte Costituzionale ha posto fuori dall’ordinamento i titoli nobiliari italiani, la stessa valenza deve mutuarsi anche per i titoli nobiliari delle monarchie straniere.
Non è vietato assumerli in ambito privato, come non è vietato assumere titoli artistici o circensi, ma non è consentito che in virtù della loro acquisizione possano essere accordate corsie preferenziali alla spesa pubblica per celebrarne l’acquisizione.
Aver destinato la somma di € 6.000 per l’acquisto di un abito da cerimonia, oltre a destare perplessità in relazione alla grave compromissione del supremo Principio di laicità, desta ulteriore sconcerto se solo si considera che con la stessa somma il Comune avrebbe potuto utilmente donare alla ASL territoriale tre ecografi polmonari portatili destinati alla assistenza domiciliare per covid.
Tutto ciò premesso
CHIEDE
All’Autorità Contabile in indirizzo di accertare le eventuali responsabilità dei soggetti coinvolti – il Comune, in persona del suo sindaco e la Giunta e coloro che sono stati incaricati dai medesimi nei confronti dell’erario - verificando se abbiano utilizzato risorse economiche in difformità rispetto alle disponibilità per celebrazioni e ricorrenze.
Voglia l’Eccellentissima Corte valutare anche la congruità della spesa in ordine ai principi di buona amministrazione ex art 97 della Costituzione e di quelli programmati in relazione alla situazione di assoluta emergenza attuale.
Voglia l’Eccellentissima Corte altresì verificare, in tale ipotesi, in che modo il Comune erogante abbia provveduto al soddisfacimento delle necessità alimentari della popolazione residente, e quali siano, in caso di accertamento per colpa e/o dolo anche in considerazione dei principi di efficienza, efficacia ed economicità costituzionalmente imposti, le misure ritenute più opportune nei confronti dei soggetti eventualmente responsabili di tali violazioni alle Norme ed ai regolamenti dello Stato Italiano e delle Direttive Comunitarie in materia.
CHIEDE
Altresì, a norma degli artt. 90 e 408 c.p.p. di essere sentita di persona dal Procuratore procedente per fornire precisazioni e riscontri, qualora Codesta Onorevole Procura lo ritenesse opportuno, nonché di essere informata dell’eventuale archiviazione della presente istanza.
Con alta considerazione.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Si allega delibera n.26 del 26.11.2020.