ENI E VATICANO
07-09-2022 10:32 - Redazione DA
Che l’ENI e il Vaticano abbiano una consolidata e antica love story, è un dato certo.
La Fondazione ENI, per esempio, è presieduta da Domenico Giani, il Comandante della Gendarmeria vaticana.
Le iniziative culturali all’interno dei Musei Vaticani si svolgono imprescindibilmente con il sostegno economico dell’ENI, e la collaborazione tra i due è una certezza nel panorama artistico romano.
Il Vaticano ha sempre avuto una particolare propensione al petrolio, basti ripercorrere la grande “amicizia” tra Enrico Mattei e il cardinale Montini, e la grande attenzione che Avvenire, l’organo di stampa della Monarchia vaticana, riservava a Mattei e alle sue iniziative imprenditoriali.
Quando Bergoglio, ovvero il Capo assoluto del Capitalismo mondiale, qualche anno fa ha incontrato Confindustria, tutto l’evento è stato sponsorizzato dall’ENI.
L’ENI è un imprescindibile riferimento per le operazioni speculative delle finanze vaticane, e nessuno potrà interferire in questo consolidato connubio.
L’ultimo scandalo finanziario del Vaticano, che ha compromesso la carriera a Becciu, riguardava, in effetti, una avventura petrolifera in Angola, nella quale la vaticana Falcon Oil aveva il 5% e l’ENI aveva il 35%, ma l’affare era sfumato per il venir meno delle coperture bancarie, e gli investimenti furono dirottati per l’acquisto di un palazzo a Londra.
Il Capo del Capitalismo Bergoglio ha organizzato una Commissione di esperti affinché le perdite causate dall’investimento petrolifero e dal palazzo londinese, non provocassero mai più emorragie di denaro come quelle provocate da queste sciagurate operazioni.
La speculazione sul petrolio è un affare che non può essere affidato a persone qualsiasi e il Capo dei Capitalisti Bergoglio lo ha affidato a Jean Pierre Casey, il Fondatore e Amministratore delegato di RegHedge, una società che utilizza un algoritmo per individuare quali sono gli affari speculativi migliori, a Giovanni Christian Michael Gay, Direttore gestionale dell’Union Investment Privatfonds GmbH, a David Harris, Portfolio manager di Skagen Funds, e a John J. Zona, Responsabile degli investimenti del Boston College.
Sono loro che dovranno guidare gli investimenti dei soldi di Bergoglio il quale, entro la fine di settembre, ha ordinato a tutti gli istituti religiosi italiani di portare tutti i loro depositi nello IOR in modo da consentirgli di mostrare al mondo intero quale sia la sua strepitosa capacità finanziaria complessiva.
Del resto, quando fu nominato Monarca e assunse il nome Francesco, avevamo prefigurato che il significante (Francesco) serviva a sradicare nell’immaginario collettivo il significato (povertà) e ad affermarne uno nuovo (ricchezza e potere).
La partita degli investimenti petroliferi è pianificata da tempo, sicché già prima della pandemia il Capo dei Capitalisti Bergoglio aveva convocato i vertici dell’ENI, e per non far dispiacere nessuno, aveva convocato nello stesso meeting anche Chevron, Conoco, Exxon, Bp e Blackrock, tutte compagnie petrolifere, in una riunione riservatissima nella quale li avrà sicuramente inviati a convergere nella sua associazione “Consiglio per un capitalismo inclusivo” dove si legittima eticamente lo sfruttamento del Pianeta, delle risorse e degli esseri umani, comprando quote di beneficenza, perché così si pareggiano i conti davanti alla popolazione nutrendola di menzogne.
Le compagnie petrolifere, con in testa l’ENI, in questa corsa al rialzo del prezzo del gas, hanno avuto rendimenti eccezionali, con extraprofitti ragguardevoli.
Anche un broker di paese sa che in questo momento gli investimenti più redditizi sono quelli sui titoli energetici, e dunque anche gli esperti nominati da Bergoglio non si saranno lasciati sfuggire l’occasione di dirottare gli investimenti vaticani sui titoli energetici.
C’è il sospetto che quando gli italiani il prossimo autunno andranno a pagare le bollette triplicate, non metteranno in relazione il fatto che rispetto alle speculazioni petrolifere, se c’è il popolo che le paga, da qualche parte c’è un capitalista che ci specula.
La sinistra filoclericale e baciapile lo sa?
La Fondazione ENI, per esempio, è presieduta da Domenico Giani, il Comandante della Gendarmeria vaticana.
Le iniziative culturali all’interno dei Musei Vaticani si svolgono imprescindibilmente con il sostegno economico dell’ENI, e la collaborazione tra i due è una certezza nel panorama artistico romano.
Il Vaticano ha sempre avuto una particolare propensione al petrolio, basti ripercorrere la grande “amicizia” tra Enrico Mattei e il cardinale Montini, e la grande attenzione che Avvenire, l’organo di stampa della Monarchia vaticana, riservava a Mattei e alle sue iniziative imprenditoriali.
Quando Bergoglio, ovvero il Capo assoluto del Capitalismo mondiale, qualche anno fa ha incontrato Confindustria, tutto l’evento è stato sponsorizzato dall’ENI.
L’ENI è un imprescindibile riferimento per le operazioni speculative delle finanze vaticane, e nessuno potrà interferire in questo consolidato connubio.
L’ultimo scandalo finanziario del Vaticano, che ha compromesso la carriera a Becciu, riguardava, in effetti, una avventura petrolifera in Angola, nella quale la vaticana Falcon Oil aveva il 5% e l’ENI aveva il 35%, ma l’affare era sfumato per il venir meno delle coperture bancarie, e gli investimenti furono dirottati per l’acquisto di un palazzo a Londra.
Il Capo del Capitalismo Bergoglio ha organizzato una Commissione di esperti affinché le perdite causate dall’investimento petrolifero e dal palazzo londinese, non provocassero mai più emorragie di denaro come quelle provocate da queste sciagurate operazioni.
La speculazione sul petrolio è un affare che non può essere affidato a persone qualsiasi e il Capo dei Capitalisti Bergoglio lo ha affidato a Jean Pierre Casey, il Fondatore e Amministratore delegato di RegHedge, una società che utilizza un algoritmo per individuare quali sono gli affari speculativi migliori, a Giovanni Christian Michael Gay, Direttore gestionale dell’Union Investment Privatfonds GmbH, a David Harris, Portfolio manager di Skagen Funds, e a John J. Zona, Responsabile degli investimenti del Boston College.
Sono loro che dovranno guidare gli investimenti dei soldi di Bergoglio il quale, entro la fine di settembre, ha ordinato a tutti gli istituti religiosi italiani di portare tutti i loro depositi nello IOR in modo da consentirgli di mostrare al mondo intero quale sia la sua strepitosa capacità finanziaria complessiva.
Del resto, quando fu nominato Monarca e assunse il nome Francesco, avevamo prefigurato che il significante (Francesco) serviva a sradicare nell’immaginario collettivo il significato (povertà) e ad affermarne uno nuovo (ricchezza e potere).
La partita degli investimenti petroliferi è pianificata da tempo, sicché già prima della pandemia il Capo dei Capitalisti Bergoglio aveva convocato i vertici dell’ENI, e per non far dispiacere nessuno, aveva convocato nello stesso meeting anche Chevron, Conoco, Exxon, Bp e Blackrock, tutte compagnie petrolifere, in una riunione riservatissima nella quale li avrà sicuramente inviati a convergere nella sua associazione “Consiglio per un capitalismo inclusivo” dove si legittima eticamente lo sfruttamento del Pianeta, delle risorse e degli esseri umani, comprando quote di beneficenza, perché così si pareggiano i conti davanti alla popolazione nutrendola di menzogne.
Le compagnie petrolifere, con in testa l’ENI, in questa corsa al rialzo del prezzo del gas, hanno avuto rendimenti eccezionali, con extraprofitti ragguardevoli.
Anche un broker di paese sa che in questo momento gli investimenti più redditizi sono quelli sui titoli energetici, e dunque anche gli esperti nominati da Bergoglio non si saranno lasciati sfuggire l’occasione di dirottare gli investimenti vaticani sui titoli energetici.
C’è il sospetto che quando gli italiani il prossimo autunno andranno a pagare le bollette triplicate, non metteranno in relazione il fatto che rispetto alle speculazioni petrolifere, se c’è il popolo che le paga, da qualche parte c’è un capitalista che ci specula.
La sinistra filoclericale e baciapile lo sa?