IL GIUBILEO DI CONFINDUSTRIA
06-08-2023 20:45 - Redazione DA
Carlo Bonomi il presidente di Confindustria, ha segnato in agenda due date attorno alle quali ha recentemente dichiarato di voler costruire speculazioni e profitti: il 2025, anno per il quale il Vaticano ha già calendarizzato la rituale slot machine della fede, meglio nota come Giubileo, e il 2033, data in cui i cattolici festeggeranno i duemila anni dalla asserita uccisione del loro dio Gesù.
Le prospettive di Confindustria suscitano più di qualche riflessione.
Il brand religioso è sempre stato appannaggio esclusivo del clero vaticano, che lo ha minuziosamente curato assicurandosi l’accaparramento di ogni centesimo speso a Roma dai turisti della fede, dagli alberghi ai pullman, dalle guide museali alla vendita delle bottigliette d’acqua per strada, dagli aerei alle statuine di plastica dei loro dei.
Tutti i Governi, di qualunque colore, d’intesa con i sindaci di Roma, hanno sempre elargito grandi investimenti per migliorare la qualità della ricettività turistica affinché il clero, e solo il clero, potesse avere in via esclusiva, un ritorno economico degli investimenti.
Confindustria, in effetti, ha lanciato un’opa sugli affari vaticani e non sappiamo se qualificarla come ostile, perché non si registrano, all’apparenza, azioni difensive da parte dei detentori delle finanze vaticane.
Il business religioso, e tutto ciò che gli ruota attorno, ha sempre avuto rendimenti altissimi, non fosse altro perché è tutto rigorosamente esentasse, e ora Confindustria vuole mettere le mani sugli affari religiosi, ma le ragioni non sono solo quelle del profitto.
Le teorie religiose cattoliche sono quelle che hanno dato struttura etica allo sfruttamento del i lavoratori, uno sfruttamento che trova la sua forma sublime nel precariato.
E’ naturale che Confindustria si orienti verso le ritualità cattoliche, finanche come compartecipe degli affari religiosi, perché potenziare le ritualità cattoliche avrà l’effetto certo della rassegnazione della popolazione ad essere sfruttata.
In effetti i cattolici credono che il loro dio abbia parlato attraverso personaggi speciali, i santi, e Sant’Agostino, considerato il più autorevole dei teorici cristiani esaltati nell’organizzazione cattolica, sintetizza il rapporto di lavoro in una frase: “Dio ha posto il padrone al di sopra del servo e ha sottomesso il servo al padrone”.
Confindustria e cattolicesimo in effetti sono sempre due facce della stessa medaglia, e il giubileo di Confindustria celebrerà questa amalgama.
Le classi subordinate, che ormai da anni votano Lega, PD, FdI, M5S, ovvero i partiti di Confindustria, saranno convintamente partecipi degli stessi obiettivi, in un trionfo di servitù volontaria che sembra non avere fondo.
Il dramma sta anche nelle ulteriori finalità dichiarate, ovvero che Confindustria vuole disegnare un mondo moderno attraverso il giubileo, un evento nel quale i reati si confondono con i peccati e basteranno due rituali magici per ricevere una indulgenza, ovvero la cancellazione della responsabilità.
Per dirla con Sant’Agostino “sarà condannato solamente quel servo che non avrà fatto fruttare i guadagni del padrone”.
#sapevatelo
Carla Corsetti
Segretaria nazionale di Democrazia Atea
Da Left n.4/21
Le prospettive di Confindustria suscitano più di qualche riflessione.
Il brand religioso è sempre stato appannaggio esclusivo del clero vaticano, che lo ha minuziosamente curato assicurandosi l’accaparramento di ogni centesimo speso a Roma dai turisti della fede, dagli alberghi ai pullman, dalle guide museali alla vendita delle bottigliette d’acqua per strada, dagli aerei alle statuine di plastica dei loro dei.
Tutti i Governi, di qualunque colore, d’intesa con i sindaci di Roma, hanno sempre elargito grandi investimenti per migliorare la qualità della ricettività turistica affinché il clero, e solo il clero, potesse avere in via esclusiva, un ritorno economico degli investimenti.
Confindustria, in effetti, ha lanciato un’opa sugli affari vaticani e non sappiamo se qualificarla come ostile, perché non si registrano, all’apparenza, azioni difensive da parte dei detentori delle finanze vaticane.
Il business religioso, e tutto ciò che gli ruota attorno, ha sempre avuto rendimenti altissimi, non fosse altro perché è tutto rigorosamente esentasse, e ora Confindustria vuole mettere le mani sugli affari religiosi, ma le ragioni non sono solo quelle del profitto.
Le teorie religiose cattoliche sono quelle che hanno dato struttura etica allo sfruttamento del i lavoratori, uno sfruttamento che trova la sua forma sublime nel precariato.
E’ naturale che Confindustria si orienti verso le ritualità cattoliche, finanche come compartecipe degli affari religiosi, perché potenziare le ritualità cattoliche avrà l’effetto certo della rassegnazione della popolazione ad essere sfruttata.
In effetti i cattolici credono che il loro dio abbia parlato attraverso personaggi speciali, i santi, e Sant’Agostino, considerato il più autorevole dei teorici cristiani esaltati nell’organizzazione cattolica, sintetizza il rapporto di lavoro in una frase: “Dio ha posto il padrone al di sopra del servo e ha sottomesso il servo al padrone”.
Confindustria e cattolicesimo in effetti sono sempre due facce della stessa medaglia, e il giubileo di Confindustria celebrerà questa amalgama.
Le classi subordinate, che ormai da anni votano Lega, PD, FdI, M5S, ovvero i partiti di Confindustria, saranno convintamente partecipi degli stessi obiettivi, in un trionfo di servitù volontaria che sembra non avere fondo.
Il dramma sta anche nelle ulteriori finalità dichiarate, ovvero che Confindustria vuole disegnare un mondo moderno attraverso il giubileo, un evento nel quale i reati si confondono con i peccati e basteranno due rituali magici per ricevere una indulgenza, ovvero la cancellazione della responsabilità.
Per dirla con Sant’Agostino “sarà condannato solamente quel servo che non avrà fatto fruttare i guadagni del padrone”.
#sapevatelo
Carla Corsetti
Segretaria nazionale di Democrazia Atea
Da Left n.4/21