IL PREZZO DELLA FIDUCIA
20-01-2021 08:42 - Carla Corsetti
Conte incassa la fiducia, scontata.
Una crisi che ha infastidito, e non poco, Oltretevere.
La prima uscita l'ha fatta Bergoglio, il 10 gennaio, quando ha mostrato contrarietà e con tono di rimprovero, come si fa con i bambini da educare, ha detto che “In questo tempo non c'è il diritto di allontanarsi dall'unità”.
Il sostegno a Conte dal Monarca confinante era una notizia degna di occupare per giorni tutta la stampa nazionale.
Il 15 gennaio è scesa in campo la Conferenza Episcopale Italiana (corrispondente al nostro Consiglio dei Ministri) con Bassetti, omologo di Conte, il quale, pur non avendo mai avuto grandi simpatie per il Governo, ha espresso parole di preoccupazione per la crisi e di fiducia verso Mattarella e la sua capacità di ricomporla.
A seguire sono arrivate le posizioni di appoggio di Azione Cattolica, della Federazione Universitaria Cattolica Italiana, del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.
Dietro le quinte di questa crisi c’è stato un lavorio del mondo cattolico che non si vedeva dai tempi di Andreotti.
Siccome il clero va dove lo portano i soldi, una ragione c’era.
Scorrendo le 172 cartelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per intenderci il piano elaborato dal Governo per avere accesso a 208 miliardi di prestiti del Recovery Fund, si trova il perché di tanta preoccupazione e sostegno del mondo cattolico per Conte.
Il Governo Conte ha pianificato di destinare 500 milioni di euro al clero per il rifacimento delle chiese, e altri 500 milioni di euro per il Giubileo del 2025, e non poteva cadere mettendo a rischio il Piano.
Un miliardo di euro andranno dunque nelle casse del Vaticano, sottratti alla salute pubblica, alla scuola pubblica, ai trasporti pubblici, all’assistenza sociale.
Non basta il miliardo l’anno sottratto forzosamente con l’8x1000, ora ne incasseranno un altro.
E siccome il Recovery Fund è un prestito che pagheremo con atroci politiche di austerità, il clero resterà esente da qualsiasi forma di restituzione, e noi pagheremo per loro, come sempre.
Se i cattolici vogliono avere rispetto per la loro fede, si ribellino a questo andazzo.
Fino a quando lo giustificheranno tirando fuori dal cilindro i soliti preti di strada “che tanto bene fanno a chi ha bisogno”, facendo finta di ignorare che non saranno mai tre o quattro individui a modificare l’assetto predatorio della casta clericale, non meriteranno né rispetto né considerazione, ma anzi, saranno giudicati corresponsabili dello scempio dei diritti perpetrato dal clero all’ombra delle loro credenze.