LA CGIL PADRONALE
10-10-2022 09:33 - Segreteria DA
L’assalto alla sede della CGIL aveva sconcertato per la potente carica simbolica evocativa di un passato che si era ripresentato sotto le stesse insegne fasciste di sempre.
La solidarietà antifascista che anche Democrazia Atea aveva espresso, non aveva indagato sulla politica sindacale della CGIL, era stata dichiarata senza riserve, come si conviene alle espressioni autentiche.
La solidarietà antifascista, tuttavia, non è una cambiale in bianco su come si pianifica la tutela sindacale del lavoro e dei lavoratori, né può essere strumentalizzata come tale.
Il Segretario della CGIL ha riconvocato una piazza per parlare del lavoro, e ha lasciato intendere che si stava ponendo in continuità ideale con la manifestazione antifascista dello scorso anno, quasi a sbandierare l’antifascismo come argine preventivo alle critiche che sarebbero giunte al suo discorso sul lavoro.
Il Segretario della CGIL Landini ha lasciato sconcertati per due ordini di criticità.
La prima attiene alla sua personale modalità di approcciare alla rappresentatività dei lavoratori che desta perplessità per una naturale e istintiva tendenza alla subordinazione verso il potere che trapela dal suo linguaggio e dai contenuti che propala.
Usare una frase come “Non siamo qui contro qualcuno” ne è la sintesi.
La seconda attiene alle relazioni politiche con le quali mostra di essere in sintonia.
Alla manifestazione indetta da Landini, hanno partecipato anche il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, Walter Verini per il PD e Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana, oltre altri esponenti politici meno rilevanti.
La CGIL di Landini ha completamente archiviato ogni forma di conflittualità tra i lavoratori e i datori di lavoro, ha dismesso quella normale contrapposizione che è alla base della costruzione dei diritti delle classi lavoratrici nella erosione dei privilegi padronali.
La contrapposizione degli interessi e la ricerca del loro bilanciamento, è il fulcro della costruzione della società socialista, intesa come società giusta che preserva la dignità delle classi subordinate.
La CGIL di Landini è ormai fuori dalla logica della contrapposizione.
La presenza del Ministro del Lavoro alla sua manifestazione significa che la politica adottata da questo sindacato è definitivamente quella della “alleanza delle classi” in sintonia con la Teologia del Popolo di cui il Monarca Bergoglio è ideologo.
Non è un caso che nel suo discorso Landini lo ha citato e lo ha richiamato.
Non più: “Lavoratori di tutto il mondo unitevi contro lo sfruttamento” ma “Lavoratori di tutto i mondo unitevi nella subordinazione senza via d’uscita perché così piace a Dio”.
La solidarietà antifascista che anche Democrazia Atea aveva espresso, non aveva indagato sulla politica sindacale della CGIL, era stata dichiarata senza riserve, come si conviene alle espressioni autentiche.
La solidarietà antifascista, tuttavia, non è una cambiale in bianco su come si pianifica la tutela sindacale del lavoro e dei lavoratori, né può essere strumentalizzata come tale.
Il Segretario della CGIL ha riconvocato una piazza per parlare del lavoro, e ha lasciato intendere che si stava ponendo in continuità ideale con la manifestazione antifascista dello scorso anno, quasi a sbandierare l’antifascismo come argine preventivo alle critiche che sarebbero giunte al suo discorso sul lavoro.
Il Segretario della CGIL Landini ha lasciato sconcertati per due ordini di criticità.
La prima attiene alla sua personale modalità di approcciare alla rappresentatività dei lavoratori che desta perplessità per una naturale e istintiva tendenza alla subordinazione verso il potere che trapela dal suo linguaggio e dai contenuti che propala.
Usare una frase come “Non siamo qui contro qualcuno” ne è la sintesi.
La seconda attiene alle relazioni politiche con le quali mostra di essere in sintonia.
Alla manifestazione indetta da Landini, hanno partecipato anche il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, Walter Verini per il PD e Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana, oltre altri esponenti politici meno rilevanti.
La CGIL di Landini ha completamente archiviato ogni forma di conflittualità tra i lavoratori e i datori di lavoro, ha dismesso quella normale contrapposizione che è alla base della costruzione dei diritti delle classi lavoratrici nella erosione dei privilegi padronali.
La contrapposizione degli interessi e la ricerca del loro bilanciamento, è il fulcro della costruzione della società socialista, intesa come società giusta che preserva la dignità delle classi subordinate.
La CGIL di Landini è ormai fuori dalla logica della contrapposizione.
La presenza del Ministro del Lavoro alla sua manifestazione significa che la politica adottata da questo sindacato è definitivamente quella della “alleanza delle classi” in sintonia con la Teologia del Popolo di cui il Monarca Bergoglio è ideologo.
Non è un caso che nel suo discorso Landini lo ha citato e lo ha richiamato.
Non più: “Lavoratori di tutto il mondo unitevi contro lo sfruttamento” ma “Lavoratori di tutto i mondo unitevi nella subordinazione senza via d’uscita perché così piace a Dio”.