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LA RIVOLUZIONE E’ DONNA

09-11-2020 08:22 - Carla Corsetti
L’11 novembre di 122 anni fa la Polonia festeggiava la sua indipendenza.
L’esercito tedesco lasciava Varsavia e i polacchi, con grande euforia, festeggiarono la Liberazione dagli invasori.
Durante il regime comunista la festa dell’11 novembre venne soppressa ma gli oppositori continuarono a festeggiarla, ad onta delle repressioni.
Dopo il 1989, con la fine della dittatura, la festa della Indipendenza tornò nuovamente tra le celebrazioni ufficiali.
L’11 novembre 2020 la Polonia darà un nuovo significato alle celebrazioni tradizionali.
L’Indipendenza conquistata oltre cento anni fa avrà un nuovo volto, sarà l’Indipendenza dalla oppressione patriarcale, dall’ingerenza della Chiesa, dalla dittatura del PiS, sarà la giornata della sorellanza polacca, sarà il giorno in cui il diritto di abortire sarà il diritto di non essere corpi sui quali costruire il potere maschile.
Sarà una rinnovata Liberazione contro la violenza di un regime fascista che nel sodalizio con la banda dei pedofili clericali polacchi, ha superato con indecenza il limite della sopportazione.
Le parole pronunciate recentemente da un prete di Macerata contro l’aborto e in assoluzione della pedofilia, per lui certamente più familiare, in riferimento alle recenti decisioni liberticide della Corte Costituzionale polacca, hanno suscitato disprezzo e repulsione.
La risposta delle donne maceratesi è stata immediata.
Hanno organizzato una manifestazione in solidarietà con le donne polacche per ribadire che le omelie non si fanno sul corpo delle donne.
Il potere religioso è un potere fascista e criminale, in Italia come in Polonia.
In entrambi i Paesi la Chiesa cattolica lo ha costruito attraverso lo stupro sistematico dei minori e attraverso la negazione dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne.
In Polonia le donne hanno preso coscienza che il nemico più pericoloso per le loro libertà è proprio il clero pedofilo.
In Italia molte donne hanno questa consapevolezza, ma sono ancora molte, troppe, le donne che non hanno capito che nessuno potrà mai costringerle ad abortire, ma che devono consentire che le altre donne possano farlo in totale autodeterminazione.
In Italia sono ancora troppe le donne che portano in chiesa i propri figli e li lasciano in balia degli orchi clericali.
In Italia sono ancora troppe le donne che non hanno compreso il valore della sorellanza costruita sui diritti di tutte.
Sono le donne cattoliche e cattoatee maschiliste, una concentrato di arretratezza e di bassezza etica senza giustificazioni.
Le manifestazioni delle donne polacche, il loro coraggio in un regime repressivo come quello di Jaroslaw Kaczynski dovrebbe indurle a maggior riflessione sulla finalità liberticida della negazione del diritto di abortire, in Italia come in Polonia.
Le manifestazioni che durano ormai da giorni, determinate, non violente, pacifiche, confermano che nel barbaro sistema capitalistico maschilista, patriarcale, clericale, l’unica via d’uscita è femminista, perché la rivoluzione è donna.


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