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L’ANTISIONISMO NON E’ ANTISEMITISMO

28-01-2022 19:00 - Segreteria DA
Il Ministero dell’Istruzione nel novembre del 2021 ha adottato le LINEE GUIDA SUL CONTRASTO ALL’ANTISEMITISMO NELLA SCUOLA https://www.miur.gov.it/web/guest/-/linee-guida-sul-contrasto-all-antisemitismo-nella-scuola


Occorre ricostruire il quadro normativo e politico che ha preceduto le Linee Guida adottate dal Ministero, partendo dalla definizione di antisemitismo adottata dall’IHRA - International Holocaust Remembrance Alliance - https://holocaustremembrance.com/ - e successivamente adottata dalla Commissione Europea con la comunicazione del 5 ottobre 2021 https://meis.museum/wp-content/uploads/2021/10/DOC-ANTISEMITISMO.pdf , secondo la quale: “L'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”.


Il Parlamento Europeo si era già occupato della lotta all’antisemitismo adottando una Risoluzione nel giugno del 2017 https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2017-0243_IT.html e il Consiglio dell’Unione Europea aveva adottato una dichiarazione sull’antisemitismo nel dicembre del 2018 https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-15213-2018-INIT/it/pdf


A ben vedere le Linee Guida adottate dal Ministero dell’Istruzione ripercorrono i precedenti normativi e deliberativi già adottati dagli organismi sovranazionali, ciò non toglie che, pur condividendo la finalità di elaborare percorsi di istruzione volti ad eradicare l’antisemitismo, in alcuni passaggi le Linee guida del Ministero si prestano ad introdurre mistificazioni e posizioni politiche improponibili per una Istituzione che dovrebbe essere improntata al Principio di Neutralità dell’Insegnamento Pubblico, minando in radice il cardine della libertà di insegnamento, così come garantita dall’art.33 della Costituzione.


Questo documento contiene evidenti mistificazioni per la cui comprensione sarà necessario ripercorrere in senso critico quanto sostenuto.


Un intero capitolo è dedicato all’ANTIGIUDAISMO TRADIZIONALE nel quale viene accennata la contrapposizione tra la mitologia della religione ebraica in secolare antagonismo con la mitologia della religione cattolica, e soprattutto come la religione cattolica, nei secoli, abbia costruito un diffuso antisemitismo da cui però si sarebbe allontanata dal 1962 in poi.


Nel documento in esame, da una parte si riconosce che l’antigiudaismo è un prodotto culturale cattolico ma subito dopo, il cattolicesimo viene ripulito dalle responsabilità storiche con una lavata di spugna, e lo stesso cattolicesimo si accredita come interlocutore privilegiato dell’ebraismo, marcando una differenza, piuttosto, con l’antigiudaismo praticato dagli islamici che nel documento vengono indicati come colpevoli, ancora oggi, di propagandare l’antigiudaismo in molte moschee, ma non tutte.


I rapporti tra cattolicesimo e ebraismo, a tutto voler concedere, assumono valore didattico per quanto attiene alla conoscenza delle storiche diatribe sulle rispettive mitologie, e come questi contrasti abbiano condizionato la storia con guerre e persecuzioni.


Ove la reale finalità fosse stata la conoscenza e non l’indottrinamento, per completezza, il documento avrebbe dovuto riferire che il dialogo interreligioso non è altro che il paravento degli interessi economici sottesi, perseguiti da entrambe le organizzazioni attraverso la Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran rabbinato d'Israele e la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con gli ebrei, che si riunisce periodicamente e i cui delegati pianificano interventi di contrasto alle crisi finanziarie per ripristinare un ordine economico che risponda ai loro interessi religiosi.


Il capitolo delle Linee Guida dedicato alle manifestazioni di ANTISEMITISMO NEONAZISTA/NEOFASCISTA E NEGAZIONISMO DELLA SHOAH è pienamente condivisibile nei contenuti esplicitati e dovrebbe costituire il nucleo centrale dell’intera operazione culturale, ma stupisce, invece, che abbia trovato scarne e laconiche indicazioni stereotipate.


Il capitolo più controverso è senza dubbio quello dedicato all’ ODIO VERSO LO STATO DI ISRAELE.


E’ in questo capitolo che si consuma la mistificazione tra antisemitismo e antisionismo, con una operazione linguistica che solo in apparenza li pone su piani differenti, ma in effetti legittima il sionismo equiparandolo finanche al Risorgimento italiano.


E’ bene ricordare che l’ebraismo e il sionismo non sono la stessa cosa, e non sono la stessa cosa antisemitismo e antisionismo.


Brevemente, il sionismo è un movimento politico che si pone l’obiettivo di creare una identità ebraica nazionale, con unità linguistica ebraica, consentendo a tutti gli ebrei sparsi per il mondo, di tornare in Palestina, senza disdegnare di usare la forza per il controllo politico ed economico dei territori di Israele, mentre chiunque si opponga a questo obiettivo, è definito antisionista.


Il movimento sionista, nato alla fine del 1800 in risposta alle persecuzioni, è approdato nel 2018 alla approvazione di una legge Fondamentale sullo Stato-nazione che riconosce il diritto all’autodeterminazione solamente agli ebrei, con lo scopo della progressiva giudaizzazione dell’intera società, con esclusione di tutte le altre etnie che vivono in Israele (Stato razzista, confessionale e colonialista).


Il diritto ad esistere di Israele, è pacifico che lo abbiano pagato i palestinesi.


Non si contano i palestinesi uccisi durante le operazioni di occupazione dei loro territori, e l’ultimo impari attacco dell’esercito più potente del mondo, è costato la vita, nel solo periodo di politica sionista di Netanyahu, ad almeno 500 bambini palestinesi.


Un prezzo decisamente alto e sproporzionato.


Se l’antisemitismo ha matrice religiosa ed è risalente nei secoli, l’antisionismo, invece, è recente ed ha natura prettamente politica.


L’uso della forza, agita contro il popolo palestinese, è stata, e continuerà ad essere, l’espressione sionista più orribile, ed è più che legittimo essere antisionisti.


Il progetto sionista non prevede l'unificazione di una Nazione, come fu per il Risorgimento, ma l'invasione e la sottrazione di territori ad una popolazione ivi stanziata, per la creazione di uno Stato confessionale di stampo giudaico, con mire espansionistiche verso Paesi vicini, come il Libano, la Siria e la Giordania.


Nelle Linee Guida il Ministero ha paragonato maldestramente questo progetto razzista e confessionale, al Risorgimento italiano, denunciando come distorsione, una interpretazione del sionismo diversa da quella proposta nelle Linee Guida.


Ed è qui che le condivisibili finalità di combattere l’antisemitismo, contenute nelle Linee Guida, si perdono nella mistificazione che accarezza il sionismo, in un deplorevole tentativo di legittimarne le politiche nazionaliste, razziste e colonialiste.


L'ebraismo è una religione, e i fedeli di questa religione sono diffusi in tutto il mondo, e sono cittadini o sudditi degli stati in cui abitano, esattamente come gli altri religiosi e non religiosi.


Opporsi ad un progetto politico che viola i diritti umani è legittimo, ma non è legittimo che si inibisca la critica ad un movimento politico, sovrapponendolo e assimilandolo ad una identità religiosa,


Un passaggio delle Linee guida che merita di essere approfondito, è il PREGIUDIZIO DEL “POTERE EBRAICO” che suscita perplessità per come è stato presentato nelle Linee Guida. Il pregiudizio antisemita, in tutta Europa, si alimenta all’intero di gruppi politici di estrema destra, violenti, poco inclini al superamento della condizione di povertà culturale che li fagocita, ma un testo che si pone l’ambizione di modificare il livello di consapevolezza degli studenti, non può limitarsi a mera narrazione di ciò che hanno propinato gli analfabeti funzionali che imperversano sui social.


E’ pacifico che si sia totalmente d’accordo sulla ferma condanna delle teorie più fantasiose e improbabili che mirano alla vessazione di un'intera categoria, e pertanto il passaggio che esamina L’ODIO VERSO GLI EBREI IN QUANTO TALI conferma la necessità di una istruzione che però, se rimane disancorata e incompleta rispetto alla realtà palestinese, diventa controproducente e rischia di inficiare anche la condivisibile finalità di eradicare l’antisemitismo.


In sintesi.


È vergognoso che nella scuola italiana il Ministro dell'Istruzione Pubblica ingerisca in un modo così fuorviante nella libera docenza, introducendo nelle linee guida ministeriali elementi di politica sionista, in danno della verità storica, e in danno del principio di neutralità dell’insegnamento.


La scuola italiana è già martoriata dalla nefasta influenza delle teorie medievali della religione cattolica, e nessuno, fino ad ora, aveva sentito la necessità di inserire, subdolamente, anche il sionismo nei programmi didattici.





Carla Corsetti – Segretario nazionale di Democrazia Atea


Cai Bravi – Membro della Segreteria nazionale di Democrazia Atea



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