330.000 (trecentotrentamila) vittime, rapportate al numero del clero francese, una delle popolazioni più atee d'Europa, dà una percentuale del 15% di predatori sessuali clericali. Nel clero italiano la percentuale di predatori sessuali clericali, ricavata solamente dalle stime giudiziarie, che sono una inezia rispetto alla totalità, è del 5%. In realtà i predatori sessuali clericali, grazie alla immunità che gli consente il Concordato, sono molti di più e la stima dovrebbe essere del 20% dunque ogni 10 preti, almeno due sono già predatori sessuali, gli altri 8 sono candidati ad esserlo e nell'attesa, danno totale copertura a chi lo è. Stuprare i minori è una pratica antica per mantenere sotto scacco gli adulti. Lo stupro è un'arma di sottomissione, e se esercitata per secoli sui minori, rende le popolazioni succubi, senza che ne abbiano nemmeno coscienza. Gli italiani sono succubi del clero, e la deferenza riguarda anche chi non è stato stuprato. C'è sempre chi è pronto a difendere il prete che conosce, quello che gli ha celebrato il matrimonio, quello che fa tanto per i poveri, quello che è stato ucciso dalla mafia, in una totale incapacità di distinguere il piano individuale e personale (anche quello discutibile, ma su altri contesti) rispetto al piano sociale e di esercizio del potere. È la conseguenza del sapere inconscio collettivo. La religione insegnata a scuola, fin dall'infanzia, serve a questo. Democrazia Atea è anche il partito nel quale gli aderenti hanno il livello di coscienza e consapevolezza che li pone in seria distanza dalla deferenza. L'anticlericalismo ne è la risultante più ovvia, che ogni demoateo rivendica individualmente come obbligo morale.