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NIGER

29-08-2023 10:10 - Redazione DA
Quando Pinochet si autoproclamò Presidente del Cile con un colpo di Stato, instaurando una sanguinaria repressione contro gli oppositori politici, gli USA, e dopo di loro tutti gli altri Paesi, non ebbero esitazioni a riconoscere in questo fascista criminale il nuovo legittimo governo.
Quando il generale Papadopulos insieme ad altri generali fascisti e criminali instaurò in Grecia il regime dei colonnelli, imprigionando, uccidendo e perseguitando gli oppositori politici, non ci fu una grande difficoltà a riconoscere legittimo quel regime.
Quando Erdogan ha modificato la Costituzione della Turchia e di fatto ha instaurato un regime dittatoriale perseguitando e imprigionando gli oppositori politici, attuando un sistematico genocidio dei curdi, nessuno ha messo in discussione la legittimità di quel governo.
Ora un colpo di stato in Niger vede protagonisti un gruppo di fanatici militari che hanno deposto il precedente presidente, si sono sostituiti al potere governativo eletto, e non ottengono il riconoscimento degli altri Stati, e non perché le modalità di presa del potere sono state violente, ma perché il Niger rappresenta troppi interessi in ballo.
Dunque, nessun governo occidentale, e molti dei governi africani filo-coloniali, non riconoscono la legittimità dei nuovi arrivati.
Il presidente Mohamed Bazoum è stato destituito e al potere oggi c’è il generale Abdourahamane Tiani, il quale è riuscito a dare al popolo nigerino un buon motivo per sperare in un rovesciamento dello sfruttamento coloniale, a partire da quello francese.
Non ci sono agenzie di stampa indipendenti in Niger, come del resto in Italia, e non sappiamo se le notizie di una crescente adesione popolare al nuovo corso anticoloniale siano vere, ma anche se lo fossero resterebbero comunque vane.
Il Niger è il Paese più ricco di minerali, ed è anche il Paese con la popolazione più povera al mondo.
I governi eletti hanno sempre stretto accordi più o meno leciti con i governi occidentali, i quali hanno tratto benefici enormi, al punto da lasciare di stanza in Niger migliaia di soldati, con il compito precipuo di presidiare i loro interessi economici, compresa l’Italia.
Nelle pieghe di questo criminale sfruttamento consentito dai governi nigerini che si sono succeduti negli ultimi decenni, si sono inserite bande criminali di jihadisti, da al Qaida a Daesh, assassini senza scrupoli, i quali hanno seminato terrore e morte tra le popolazioni civili, già oppresse dalla povertà, affinché non potessero trovare tempo e modo di elaborare il riscatto della loro condizione, e perpetuassero la disperazione.
Lo scenario politico ed economico internazionale sta subendo una mutazione, accelerata dalla distruzione dell’Ucraina, e ai vecchi imperialismi si stanno sostituendo i nuovi.
Sicché ai jihadisti di al Qaida e di Daesh, si sono aggiunti i terroristi mercenari russi di Wagner, i quali si stanno proponendo come i nuovi precursori dell’anticolonialismo francese, nel mentre aprono la strada al nuovo imperialismo russo, confortato dalle dichiarazioni di Putin che donerà tonnellate di grano agli africani per compensare la mancate forniture ucraine.
La popolazione nigerina che in questi giorni manifesta in piazza contro la Francia e che sventola bandiere russe, ha il diritto di sperare in un cambiamento, ma non bisogna essere esperti di diritto internazionale per sapere che quelle speranze naufragheranno nel sangue.
L’Italia predatoria, in questa partita, ha tutto da guadagnare dalla uscita di scena della Francia.
La recente sentenza del Tribunale di Milano che ha assolto i vertici ENI dall’accusa di corruzione internazionale per una presunta maxi-tangente da 1,1 miliardi di dollari pagata dalle società petrolifere ENI e Shell al governo della vicina Nigeria per l’ottenimento della licenza del giacimento Opl 245, dà un quadro a tinte fosche su come abbiamo raffinato il nostro modo di “aiutarli a casa loro”.
Ed è una curiosa coincidenza quella che vede i militari italiani in Niger addestratori proprio dei militari golpisti, per frenare l’avanzata jihadista, la qualcosa fa “sperare” che non riservino all’Italia la stessa ostilità messa in atto verso la Francia.
Uranio, litio, coltan, diamanti, petrolio, oro, cobalto, sono queste le ricchezze del Niger che condanneranno i nigerini per sempre alla povertà.
A governi corrotti si succederanno altri governi corrotti, militari o civili non farà differenza.
Alla violenza e alla povertà, si aggiungerà per le popolazioni nigerine altra violenza e altra povertà.
E quando vorranno fuggire da quella distruzione e da quella povertà, ci sarà il Mediterraneo ad inghiottirli, con il compiacimento dei bianchi cristiani patrioti italici.
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