PUBBLICHE DERIVE DISFUNZIONALI
14-07-2021 08:02 - Carla Corsetti
La favolistica cattolica padovana narra di un tale che, a bordo di un calesse trainato da un cavallo, per evitare lo scontro con un tram, avrebbe spostato i palazzi con la preghiera.
I cattolici inventano magie e illusioni, che nella loro terminologia, qualificano come miracoli.
Credono al verificarsi di soluzioni paradossali ma soprattutto antiscientifiche, con le quali esaltano le loro figure mitologiche.
Il mago Houdini resta un dilettante davanti alle illusioni ottiche attribuite al cocchiere che avrebbe spostato i palazzi il quale, come da prassi, è stato dichiarato Santo.
Se tutta questa faccenda fosse rimasta nelle narrazioni all’interno della setta cattolica, nessuno se ne sarebbe occupato.
Senonché il sindaco di Padova ha consentito, suo malgrado, che questa favola fuoriuscisse dai contesti circoscritti di coloro che se la narrano.
Ha celebrato il cocchiere con una targa affissa sulla pubblica via, in memoria di quella favola.
La libertà di religione consiste nel tutelare ognuno nella libertà di credere a ciò che vuole.
Quando però i contenuti della credenza escono dai luoghi privati del culto e vengono "offerti" al pubblico "apprezzamento", smettono di essere manifestazioni religiose e assurgono a fenomeni culturali, e come tali entrano in contrasto con il diritto alla conoscenza che sconta rigore logico e scientifico.
Il Sindaco di Padova che si presta ad onorare la favola di un cocchiere, rivela tutto il limite della sua cultura istituzionale.
Le credenze religiose sono come le prestazioni sessuali, vanno vissute nella riservatezza del privato.
L'esibizione delle prestazioni sessuali in pubblico è un comportamento disfunzionale, come l'esibizione della credenza del cocchiere che spostava i palazzi.
E Padova sconta un Sindaco che si presta a pubbliche derive disfunzionali.
I cattolici inventano magie e illusioni, che nella loro terminologia, qualificano come miracoli.
Credono al verificarsi di soluzioni paradossali ma soprattutto antiscientifiche, con le quali esaltano le loro figure mitologiche.
Il mago Houdini resta un dilettante davanti alle illusioni ottiche attribuite al cocchiere che avrebbe spostato i palazzi il quale, come da prassi, è stato dichiarato Santo.
Se tutta questa faccenda fosse rimasta nelle narrazioni all’interno della setta cattolica, nessuno se ne sarebbe occupato.
Senonché il sindaco di Padova ha consentito, suo malgrado, che questa favola fuoriuscisse dai contesti circoscritti di coloro che se la narrano.
Ha celebrato il cocchiere con una targa affissa sulla pubblica via, in memoria di quella favola.
La libertà di religione consiste nel tutelare ognuno nella libertà di credere a ciò che vuole.
Quando però i contenuti della credenza escono dai luoghi privati del culto e vengono "offerti" al pubblico "apprezzamento", smettono di essere manifestazioni religiose e assurgono a fenomeni culturali, e come tali entrano in contrasto con il diritto alla conoscenza che sconta rigore logico e scientifico.
Il Sindaco di Padova che si presta ad onorare la favola di un cocchiere, rivela tutto il limite della sua cultura istituzionale.
Le credenze religiose sono come le prestazioni sessuali, vanno vissute nella riservatezza del privato.
L'esibizione delle prestazioni sessuali in pubblico è un comportamento disfunzionale, come l'esibizione della credenza del cocchiere che spostava i palazzi.
E Padova sconta un Sindaco che si presta a pubbliche derive disfunzionali.