RAI VATICANO
24-04-2025 09:32 - Redazione DA
Nel 1995 in occasione di una ritualità cattolica meglio nota come Giubileo, la Rai stipulò con lo Stato extracomunitario del Vaticano un accordo per la realizzazione di una struttura televisiva denominata RAI VATICANO con la precisa finalità di trasmettere programmi legati a questo evento religioso che per i cattolici era certamente rilevante, mentre era assolutamente indifferente alla restante parte della popolazione italiana non cattolica, ma soprattutto l’evento in questione non aveva nessuna rilevanza pubblica.
Per quanto l’evento religioso si sia già consumato nell’anno 2000 questa struttura è rimasta attiva e nel 2002 ha subito una trasformazione acquisendo una connotazione di “canale” permanente.
RAI VATICANO continua a utilizzare la struttura del sevizio pubblico diffondendo messaggi di una sola religione, in spregio al pluralismo religioso e in spregio ad ogni ateismo o agnosticismo.
Ma ciò che è più grave sotto il profilo costituzionale, i messaggi diffusi da questo canale televisivo, innestato nella struttura del servizio pubblico radiotelevisivo italiano, lasciano intendere ai più che la religione cattolica possa a buon diritto essere interpretata come religione di Stato.
La nostra Costituzione ha negato alla religione cattolica tale qualifica, e la Corte Costituzionale ha più volte riaffermato il valore del pluralismo religioso, inteso come manifestazione privata e non pubblica.
Anche attraverso la contiguità innescata dalla esistenza di RAI VATICANO, il potere della monarchia confinante appare essersi ramificato nelle stanze di Viale Mazzini a tal punto che in data 18 gennaio 2014 i dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo, invece di celebrare i 60 anni dell’Azienda innanzi alla massima autorità repubblicana, ovvero il Presidente della Repubblica, sono andati in pellegrinaggio dal monarca della Stato dittatoriale confinante.
Possono qualificarsi come dittature non solamente quelle militari o quelle civili entrambe dispotiche, ma tutte quelle forme di governo che non rispettano né la tripartizione dei poteri, né i diritti umani.
Continuare a porre a carico dei contribuenti italiani un canale televisivo che fa da cassa di risonanza ad un altro Stato non democratico, è uno sfregio al Principio di Laicità.
Un canale televisivo che offende, per la sua sola esistenza, i principi più alti e nobili della democrazia italiana.
Per quanto l’evento religioso si sia già consumato nell’anno 2000 questa struttura è rimasta attiva e nel 2002 ha subito una trasformazione acquisendo una connotazione di “canale” permanente.
RAI VATICANO continua a utilizzare la struttura del sevizio pubblico diffondendo messaggi di una sola religione, in spregio al pluralismo religioso e in spregio ad ogni ateismo o agnosticismo.
Ma ciò che è più grave sotto il profilo costituzionale, i messaggi diffusi da questo canale televisivo, innestato nella struttura del servizio pubblico radiotelevisivo italiano, lasciano intendere ai più che la religione cattolica possa a buon diritto essere interpretata come religione di Stato.
La nostra Costituzione ha negato alla religione cattolica tale qualifica, e la Corte Costituzionale ha più volte riaffermato il valore del pluralismo religioso, inteso come manifestazione privata e non pubblica.
Anche attraverso la contiguità innescata dalla esistenza di RAI VATICANO, il potere della monarchia confinante appare essersi ramificato nelle stanze di Viale Mazzini a tal punto che in data 18 gennaio 2014 i dipendenti del servizio pubblico radiotelevisivo, invece di celebrare i 60 anni dell’Azienda innanzi alla massima autorità repubblicana, ovvero il Presidente della Repubblica, sono andati in pellegrinaggio dal monarca della Stato dittatoriale confinante.
Possono qualificarsi come dittature non solamente quelle militari o quelle civili entrambe dispotiche, ma tutte quelle forme di governo che non rispettano né la tripartizione dei poteri, né i diritti umani.
Continuare a porre a carico dei contribuenti italiani un canale televisivo che fa da cassa di risonanza ad un altro Stato non democratico, è uno sfregio al Principio di Laicità.
Un canale televisivo che offende, per la sua sola esistenza, i principi più alti e nobili della democrazia italiana.