TERRORISMI A CONFRONTO
18-10-2023 08:27 - Redazione DA
20/8/2014
Carla Corsetti
Il manuale del terrorista prevede una prima fase di indottrinamento nel corso della quale il futuro guerrigliero deve essere indotto a credere che la sua decisione di passare alla lotta armata sia indipendente da condizionamenti e assunta in totale autonomia.
Una volta indottrinato, il terrorista deve penetrare nei villaggi e avviare contatti con le persone locali per diffondere l’idea che la sua missione è quella di salvare la popolazione dagli obiettivi imperialisti stranieri che sfruttano la nazione e si impadroniscono delle risorse condannando tutti alla povertà.
Nella fase di propaganda non si deve trascurare di uccidere senza esitazioni i personaggi che si mostreranno più ostili al condizionamento.
I guerriglieri devono sostituirsi immediatamente alle autorità, ridicolizzare quelle che non si saranno alleate e creare intese con i personaggi locali che possono essere più influenti, come i medici, gli insegnanti, i capi religiosi.
Nell’ipotesi in cui costoro non accettassero di allearsi, devono essere immediatamente uccisi, possibilmente con rapidità e clamore.
La popolazione deve essere terrorizzata dall’idea che se i guerriglieri non avranno risparmiato le autorità locali, la sorte delle persone comuni sarà ancora più precaria.
Lo stupro delle ragazze è inevitabile per indurre la popolazione a sottomettersi al terrore e, all’occorrenza, a collaborare, magari denunciando parenti e amici pur di mostrarsi collaborazionisti.
Queste simpatiche nozioni sembrerebbero scritte da Al Qaeda o da Hamas.
Invece il manuale del terrorista, reso noto nel 1984, è stato redatto dalla Central intelligence agency, meglio nota con il suo acronimo CIA, durante la presidenza di Ronald Reagan, per essere utilizzato dai ribelli antisandinisti in Nicaragua.
L’avanzata dell’ISIS in Iraq si muove con quella orribile strategia, ed è più facile che quei guerriglieri si siano formati attingendo dal manuale della CIA che non dal Principe di Machiavelli.
L’ISIS è l’emblema del terrore mentre gli USA si sono costruiti la nomea di chi combatte il terrore, perché il loro terrorismo lo chiamano intelligence.
Carla Corsetti
Il manuale del terrorista prevede una prima fase di indottrinamento nel corso della quale il futuro guerrigliero deve essere indotto a credere che la sua decisione di passare alla lotta armata sia indipendente da condizionamenti e assunta in totale autonomia.
Una volta indottrinato, il terrorista deve penetrare nei villaggi e avviare contatti con le persone locali per diffondere l’idea che la sua missione è quella di salvare la popolazione dagli obiettivi imperialisti stranieri che sfruttano la nazione e si impadroniscono delle risorse condannando tutti alla povertà.
Nella fase di propaganda non si deve trascurare di uccidere senza esitazioni i personaggi che si mostreranno più ostili al condizionamento.
I guerriglieri devono sostituirsi immediatamente alle autorità, ridicolizzare quelle che non si saranno alleate e creare intese con i personaggi locali che possono essere più influenti, come i medici, gli insegnanti, i capi religiosi.
Nell’ipotesi in cui costoro non accettassero di allearsi, devono essere immediatamente uccisi, possibilmente con rapidità e clamore.
La popolazione deve essere terrorizzata dall’idea che se i guerriglieri non avranno risparmiato le autorità locali, la sorte delle persone comuni sarà ancora più precaria.
Lo stupro delle ragazze è inevitabile per indurre la popolazione a sottomettersi al terrore e, all’occorrenza, a collaborare, magari denunciando parenti e amici pur di mostrarsi collaborazionisti.
Queste simpatiche nozioni sembrerebbero scritte da Al Qaeda o da Hamas.
Invece il manuale del terrorista, reso noto nel 1984, è stato redatto dalla Central intelligence agency, meglio nota con il suo acronimo CIA, durante la presidenza di Ronald Reagan, per essere utilizzato dai ribelli antisandinisti in Nicaragua.
L’avanzata dell’ISIS in Iraq si muove con quella orribile strategia, ed è più facile che quei guerriglieri si siano formati attingendo dal manuale della CIA che non dal Principe di Machiavelli.
L’ISIS è l’emblema del terrore mentre gli USA si sono costruiti la nomea di chi combatte il terrore, perché il loro terrorismo lo chiamano intelligence.