3 APRILE 1926
15-11-2023 22:20 - Redazione DA
Il 3 aprile 1926 Mussolini emanò la legge fascista n.563 che all'art.18 così recitava: “La serrata e lo sciopero sono vietati”.
Salvini si pone in continuità politica con quella norma e vuole vietare lo sciopero proclamato dai sindacati.
C'è da chiedersi perché i fascisti sono contro gli scioperi e non ne riconoscono il valore sociale e politico, rimanendo concentrati sugli effetti di disagio che lo sciopero, per sua natura, deve produrre.
Di Vittorio, il più grande sindacalista della storia italiana, disse: “È attraverso lo sciopero che i lavoratori, poveri e deboli isolatamente, affermano la propria potenza e l’indispensabilità della loro funzione sociale”.
I fascisti sanno perfettamente che i lavoratori, attraverso lo sciopero, solidarizzano e diventano forza organizzata in grado di raggiungere obiettivi in posizione di contrasto con chi vuole toglierli.
La semplice adesione ad un sindacato non costituisce grande preoccupazione per gli interessi padronali.
È con lo sciopero che le forze repressive sono poste di fronte alle necessità dei lavoratori fino ad allora ignorate.
Il fascismo, che quelle necessità vuole continuare ad ignorarle, si oppone allo sciopero e adotta provvedimenti repressivi, ieri la legge 563/26, oggi la precettazione.
Salvini si pone in continuità politica con quella norma e vuole vietare lo sciopero proclamato dai sindacati.
C'è da chiedersi perché i fascisti sono contro gli scioperi e non ne riconoscono il valore sociale e politico, rimanendo concentrati sugli effetti di disagio che lo sciopero, per sua natura, deve produrre.
Di Vittorio, il più grande sindacalista della storia italiana, disse: “È attraverso lo sciopero che i lavoratori, poveri e deboli isolatamente, affermano la propria potenza e l’indispensabilità della loro funzione sociale”.
I fascisti sanno perfettamente che i lavoratori, attraverso lo sciopero, solidarizzano e diventano forza organizzata in grado di raggiungere obiettivi in posizione di contrasto con chi vuole toglierli.
La semplice adesione ad un sindacato non costituisce grande preoccupazione per gli interessi padronali.
È con lo sciopero che le forze repressive sono poste di fronte alle necessità dei lavoratori fino ad allora ignorate.
Il fascismo, che quelle necessità vuole continuare ad ignorarle, si oppone allo sciopero e adotta provvedimenti repressivi, ieri la legge 563/26, oggi la precettazione.