Emeriti
11-04-2019 16:54 - Redazione DA
Ratzinger ha assestato un bel colpo a Bergoglio.
Ha pubblicato un documento che sta mettendo il silenziatore sia all’Osservatore Romano, organo di stampa della Santa Sede, che all’Avvenire, organo di stampa della Conferenza Episcopale Italiana.
Non ci stupiremmo se adesso gli Emeriti diventassero due.
Ratzinger ha ricoperto il ruolo di Prefetto per la Congregazione della dottrina della fede per molti lustri fino a quando non è diventato Papa, ed è responsabile per aver coperto le denunce di pedofilia clericale che arrivavano da tutto il pianeta.
Non dimentichiamo che Ratzinger, qualche settimana prima del Conclave, era stato convocato davanti ad una Corte distrettuale del Texas per rispondere delle coperture che aveva dato agli stupratori seriali clericali, e l’elezione non poteva avere tempismo più calzante perché fece scattare l’immunità diplomatica e il processo fu archiviato.
La mole di scandali che comunque era emersa durante il suo pontificato, aveva fatto crollare le donazioni e i lasciti verso questa casta di mantenuti, e occorreva correre subito ai ripari.
Ratzinger dunque era stato licenziato per far posto ad un affabulatore migliore di lui, capace di far risalire i conti delle casse vaticane.
Bergoglio, in effetti, appena eletto, ha messo in moto la più performante slot machine della fede, ovvero il giubileo, e stando alle lamentele degli albergatori, deve essere stato un bel business esentasse per agenzie di viaggio, alberghi e ostelli del clero, che hanno intercettato quasi interamente il flusso dei pellegrini.
Nonostante le indiscusse capacità comunicative, Bergoglio ha avuto responsabilità dirette per la copertura di preti stupratori, come McCarrick promosso nonostante i crimini commessi e poi licenziato per lo scandalo che ne è seguito, Zanchetta di cui ha respinto le dimissioni, Pell promosso suo stretto collaboratore pur sapendo che era accusato di aver stuprato.
Insomma per Bergoglio la pedofilia non è un crimine da perseguire, ma un ostacolo alle performance del marketing religioso.
Quando è stato attaccato da Burke e Viganò, ma anche da Brandmüller, ha pensato bene di rispondere agli attacchi dei clan rivali organizzando un summit sulla pedofilia, che si è rivelata una buffonata circense nella quale sono state spese parole di circostanza tanto inutili quanto deludenti per tutte le vittime che ancora speravano in un cambiamento di rotta.
Nessun serio contrasto a questo crimine osceno, che continua ad essere ancora una potente arma di sottomissione di massa.
Bergoglio ha chiuso il summit preannunciando una nuova legge che è stata pubblicata sul bollettino ufficiale Vaticano il 29 marzo 2019.
La lettura del testo conferma che è una sublime pagliacciata: le norme emanate valgono solo per gli stupri commessi all’interno delle mura vaticane, dunque una legge che vale solamente per i 44 ettari di territorio di quel pericoloso staterello.
Tornando al documento di Ratzinger, ha aspettato che Bergoglio facesse un passo falso con la legge farlocca per rivelare ciò che l’ultimo degli anticlericali sa da sempre, ovvero che secondo la dottrina cattolica, la pedofilia clericale è sempre stata ritenuta “lecita e conveniente” se non addirittura “giusta”, e che “garantire il diritto degli accusati fino a rendere le condanne impossibili” è stata la regola aurea della chiesa cattolica apostolica romana.
Ratzinger ha mal digerito di aver dovuto rinunciare al regno per aver fatto ciò che in Vaticano avevano pianificato che facesse, ma non vuole più pagare da solo.
Ora dovrà pagare pegno anche il Regnante che lo ha sostituito, il quale con la sua legge antipedofilia può darla a bere ai fedeli ma non a chi ha maneggiato così abilmente le denunce di questo crimine per decenni e che per questo è stato demansionato con il titolo di Emerito.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Componente del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo