I BIMBI FINO AI TRE ANNI NON INTERESSANO ALLO STATO
27-07-2020 20:55 - Ciro Verrati
Non a caso Democrazia Atea – sin dalla sua costituzione – ha evidenziato, al punto 6 del suo programma, la necessità di inserire gli asili nido tra le scuole dell’infanzia e quindi nell'ordinamento scolastico della Pubblica Istruzione.
Una piaga sociale che l’emergenza Covid-19 ha ulteriormente incancrenito mettendo a nudo un sistema educativo nazionale totalmente disinteressato alla funzione primaria che è quella di favorire le potenzialità cognitive, affettive e relazionali dei bambini, ma non solo, di altrettanta importanza è la parallela funzione di sostegno alle famiglie nella cura dei figli facilitando l’accesso dei genitori, e soprattutto delle madri, al lavoro.
Data la scarsissima presenza di asili nido pubblici, solo un bambino su dieci riesce a frequentare un asilo nido pubblico; l’unica alternativa è rivolgersi alle strutture private, le quali stanno progressivamente chiudendo ché non riescono a sostenere le spese necessarie per far fronte ai molteplici adempimenti previsti dall'attuale emergenza.
Attualmente il 10% degli asili nido privati ha già chiuso e per settembre ne chiuderanno altri. Naturalmente tra quelli che hanno chiuso non figurano asili nido gestiti da associazioni afferenti all'organizzazione Vaticano Spa perché economicamente attrezzati per superare le conseguenze di questa emergenza.
Il futuro che si prefigura alle famiglie con bimbi fino ai 3 anni - per chi riuscirà ad evitare che uno dei due genitori lasci il lavoro (quasi sempre la donna) per dedicarsi all'assistenza dei figli -, sarà dissanguarsi economicamente iscrivendo i propri figli ad un asilo privato cattolico dove solitamente in caso di interruzione della frequenza a vario titolo, c’è comunque l’obbligo di versare l’intera retta annuale.
In buona sostanza si ingrasserà il business dell'istruzione privata gestito da Vaticano Spa, già abbondantemente florido.
E così, in un momento in cui si parla tanto di finanziamenti all'istruzione pubblica (intervallati ahimè da irresponsabili finanziamenti alle scuole private), c’è totale silenzio, per non dire disinteresse, per quanto riguarda la crisi del servizio educativo rivolto ai bimbi fino ai tre anni e il conseguente disagio sociale di cui soffrono le relative famiglie, che può trovare soluzione solo inserendo gli asili nido tra le scuole d’infanzia dell’ordinamento scolastico della Pubblica Istruzione.
Sostenere i costi degli asili nido deve rientrare nelle priorità dello Stato.