INTERESSI PERSONALI
11-08-2020 08:29 - Ciro Verrati
"[...]Al fine di ridurre il contenzioso relativo alle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sarà possibile saldare i propri debiti versando solo il 30% dell’importo dovuto in un’unica soluzione, o pagando il 60% ma spalmato in 6 anni. Tutti i procedimenti amministrativi, pendenti alla data di entrata in vigore del provvedimento, verranno quindi sospesi fino al 15 dicembre 2020..."
Questo è uno stralcio di quanto prevede il decreto agosto che ci porta diverse novità tra cui la conferma che le lobbies, in questo caso quella degli stabilimenti balneari, godono di pesanti appoggi da parte di politici che si disinteressano dei loro precisi doveri, preservare l'interesse collettivo. E lo fanno per evidenti interessi personali, tradendo per questo la fiducia di chi li ha votati, convinti che avrebbero tutelato l'interesse della collettività, dei cittadini che rappresentano.
Tra le pieghe del decreto spunta un condono per gli stabilimenti balneari, già ampiamente agevolati da canoni demaniali non parametrati ai fatturati di chi amministra il suolo pubblico.
Appare superfluo ricordare che la direttiva 2006/123/CE, meglio conosciuta come “Direttiva Bolkestein”, prevede che il suolo pubblico sia concesso ai privati secondo specifiche regole di gara pubblica, con scadenze delle concessioni e l'esigenza di preservare l'interesse collettivo, prevalente su quello privato.
Un vero spauracchio per chi, da un ombrellone e due sdraio, ricava dai 500 a 1.000 euro al mese, quanto un affitto di un appartamento in città.
Una vera spina nel fianco per imprenditori come Briatore che con il suo stabilimento balneare Twiga, fattura oltre 4 milioni di euro, a fronte di un canone annuale di circa 17mila euro.
In aiuto a questi immacolati imprenditori interviene la politica, quella che non fa gli interessi della collettività, quella che cerca in tutti i modi di indebolire fino a cancellare una fonte di diritto superiore, in particolare una direttiva europea, che ha una prevalenza di applicazione superiore rispetto agli atti del Parlamento italiano.
E lo fa prorogando le concessioni balneari fino al 2033 con gli stessi canoni, con le conseguenze che la UE avvierà l'ennesima procedura di infrazione (come ad esempio quella riferita all'Ici non riscossa dal Vaticano) nei confronti dell'Italia e questo significherà l'ennesima sanzione da pagare, naturalmente a spese dei cittadini che pagano le imposte.
E così lo Stato incassa circa 100 milioni di euro di canoni per un mercato che vale oltre 15 miliardi di euro l'anno