REGISTRO DEI MAI NATI
15-08-2020 22:55 - Ciro Verrati
Marsala, istituito in Comune il registro dei bambini mai nati.
Marsala si aggiunge alla masnada di consigli comunali che hanno deliberato di rinnegare il diritto di autodeterminazione della donna ricorrendo ad un vile strumento di intimidazione qual è il registro dei prodotti abortivi che con una miserabile operazione politica rinominano “dei bambini mai nati”, annotando un nome di fantasia per il feto e individuando uno spazio cimiteriale ed un cippo con il relativo numero assegnato nel registro. Il più delle volte all'insaputa della donna che ha sostenuto l’interruzione di gravidanza.
Parliamo di "materiale abortivo" e "rifiuto sanitario speciale", che dovrebbe seguire uno specifico protocollo di smaltimento, ovvero destinato all'incenerimento in un impianto di termodistruzione.
Il decreto 285 del 1990 - che aggiorna il regolamento di polizia mortuaria fermo dal 1939 - introduce, all'art 7, un passaggio rivoluzionario rispetto al passato: "A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane". Prima la prassi prevedeva la possibilità di seppellire solo i feti dalle 20 alle 28 settimane.
Tutto ciò avviene all'insaputa della madre, la quale è ignara anche che dopo le 24 ore, tutto ciò che viene espulso non è più di "proprietà della madre", e pertanto direzioni sanitarie conniventi lasciano spazio ad associazioni pro-vita costituite da fanatici fondamentalisti cattolici, cedendogli rifiuti speciali affinché questi squilibrati mentali possano svolgere i loro riti tribali finalizzati a colpevolizzare la donna che ha unicamente esercitato il suo diritto di autodeterminazione.
In questa squallida realtà, a chiudere il cerchio dell’arretratezza culturale e della negazione dei diritti umani ci pensa la politica, con consiglieri comunali che approfittando del loro ruolo istituzionale impongono valori personali di matrice squisitamente religiosa.