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LO SCRIVEVO IL 15 GENNAIO 2012

28-07-2020 14:41 - Carla Corsetti
Il 15 gennaio 2012 scrivevo questa lettera aperta a Monti.
Dopo 8 anni lo chiamano Recovery Fund ma è un MES camuffato.
Onorevole Presidente Del Consiglio,
apprendiamo dai mezzi di informazione libera i dettagli preoccupanti del Trattato istitutivo del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), sottoscritto dai Ministri delle Finanze di 17 Paesi europei, compresa l’Italia.
Una attenta lettura del Trattato ci pone in sconcertante allarme atteso che il Trattato contiene norme che si pongono in insuperabile contrasto con la nostra Costituzione.
Il MES sopprime definitivamente la nostra Sovranità nazionale.
Dalla disamina del documento si evince che gli Stati si sono impegnati a costituire un fondo di 700 miliardi di euro e che la quota posta a carico dell’Italia ammonta a € 125.395.900.000,00 (centoventicinquemiliarditrecentonovantacinquemilioninovecentomilaeuro).
Ma questo è solo l’inizio perché il MES, a proprio insindacabile giudizio, in futuro potrà richiedere agli Stati altre somme e gli Stati saranno vincolati a versare quanto richiesto non oltre sette giorni.
L’adesione è irrevocabile e nessuno Stato potrà più uscire dal MES.
Mi chiedo: e se l’Italia non potrà adempiere? Dovrà svendere il proprio patrimonio archeologico o quello naturalistico? O entrambi?
Gli Stati avranno un vincolo permanente anche per il futuro e se il MES verrà ratificato dal nostro Parlamento, cosa che peraltro Lei ha già sollecitato in un recente intervento, la decisione non potrà più essere modificata nemmeno se dovesse cambiare radicalmente la composizione di tutti i Parlamenti degli Stati membri o se dovesse cambiare radicalmente la composizione del Parlamento europeo.
All’articolo 27 del Trattato istitutivo del MES si stabilisce che questo organismo sovranazionale avrà una capacità giudiziaria nei confronti degli Stati membri ma nel contempo non rispon-derà del proprio operato a nessuno.
Il MES godrà di una incondizionata immunità.
Potrà incriminare ma non potrà essere incriminato.
I provvedimenti giudiziari, legislativi ed esecutivi degli Stati membri o della UE non avranno per il MES alcun valore.
Il nostro Presidente della Repubblica, il nostro Parlamento e il nostro Presidente del Consiglio rispetto al MES avranno poteri che varranno come quelli degli amministratori di condominio.
Non solo il MES inteso come organismo sovranazionale, ma anche tutti i suoi membri e lo staff al seguito, godranno di una immunità assoluta e nessun organismo giudiziario potrà mai verificare il loro operato.
Saranno tutelati da segretezza e inviolabilità non solo i documenti del MES ma anche i locali ove saranno custoditi o dove i componenti del MES svolgeranno il loro mandato.
L’operato del MES costituisce la negazione di ogni forma di trasparenza, premessa imprescindibile di democraticità.
Analizzo, forse ingenuamente, il destino della Grecia.
Le condizioni economiche di quel Paese non erano eccessivamente distanti dai parametri di Maastricht, già fissati a suo tempo con una prospettiva di irrealizzabilità.
Si aggiunga che erano molti i Paesi europei lontani da quei parametri, compresa l’Italia, aggravata, peraltro, da un irreversibile debito pubblico.
La Grecia è stata posta sotto “attacco” speculativo ed è stato facile innalzare i suoi tassi di interesse fino al punto in cui era certo che non avrebbe più potuto pagarli.
Faccio un salto indietro e vedo come attraverso il Fondo Monetario Internazionale i Paesi che ne hanno accettato i prestiti si sono trovati strangolati in una economia che non ha più consentito alcuna risalita, costretti a “svendere” tutto ciò che era possibile per pagare interessi inestinguibili, senza nemmeno avvicinarsi alle quote capitali.
Ho il dubbio che l’Europa stia facendo la stessa cosa e abbia voluto, con il MES, creare un identico organismo, capace di “strangolare” gli stessi Stati membri.
Il collasso economico della Grecia doveva costituire “l’esempio” che avrebbe indotto la popolazione europea ad accettare di “essere aiutata” dal MES.
Ogni cittadino europeo sarebbe stato indotto a temere di “finire” come i cittadini greci, e questo è realmente accaduto.
L’Italia si è impegnata a trasferire al MES, per ora, oltre 125 miliardi di euro.
Le chiedo di fugare un sospetto che, nel suo silenzio diventerà certezza, e che serpeggia in molti ambienti, senza essere smentito, ovvero che le manovre finanziarie, iniziate già con il precedente Governo non servano a sistemare i nostri conti interni quanto piuttosto a creare il fondo del MES.
Lei è stato presentato al Popolo come il “salvatore della Patria” dopo le inqualificabili vicende del suo predecessore.
Ora sarà Lei a traghettare il nostro Paese verso questo nuovo “Ordine Europeo” riconducibile al MES e che è la negazione dei nostri diritti costituzionali.
Ipotizzo che un economista abbia una percezione del Trattato fatta di “meccanismi contabili” e di risvolti finanziari e che anche Lei sicuramente si sarà prefigurato uno scenario globale nel quale la priorità è quella di “mettere a posto i conti”.
Personalmente invece concentro la mia attenzione sui risvolti concreti che alcune decisioni avranno sulla nostra vita e francamente arrivo alla cruda conclusione che non v’è alcuna valida motivazione che possa giustificare una simile adesione.
Seppur traballante, non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare alla nostra democrazia che con il MES diventerà una pallida condizione illusoria.
Confido in un riscontro che faccia luce sulle ombre inquietanti di un Trattato dall’inequivocabile spessore dittatoriale.
Crediamo fermamente nell’Europa dei Diritti ed è per questo che ci opporremo con tutte le nostre forze all’Europa delle banche.
(15/1/2012)
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
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