Pittoreschi, come da copione
17-01-2019 22:20 - Redazione DA
Hanno deciso di uscire dall’Unione Europea (UE), pur non essendo mai entrati nell’Unione Economica e Monetaria (UEM).
Le analisi sul voto referendario sulla Brexit avevano occupato per settimane la stampa internazionale, e entrambe le posizioni “Remain” o “Leave” erano riconducibili a ragioni economiche, a chiavi di lettura che ognuna delle due parti interpretava come la prospettazione migliore, non senza esagerare, come si conviene alle campagne elettorali.
Nessuno ricorda più che la campagna elettorale era costata la vita alla deputata laburista Jo Cox, uccisa da un estremista di destra, perché anche nel Regno Unito, non solo da noi, l’estremismo di destra è interpretato da menti sfasciate che si esprimono con violenza.
L’UE, dal canto suo, non merita di essere difesa.
Ha adottato e imposto una economia finanziaria che non è compatibile con una idea socialista.
Ha imposto politiche antisociali, ha mortificato la Grecia perché fosse da esempio, ha progressivamente smorzato le democrazie depotenziandole, ben sapendo che la conseguenza immediata sarebbe stata l’avanzata dei populisti violenti che, come in Italia, hanno preso il potere per eliminare i diritti civili dopo che l’UE aveva progressivamente eliminato i diritti sociali.
L’UE ha disprezzato un processo costituente, non ha una Costituzione condivisa, è ha adottato, in sua vece, i Trattati, a cominciare da quello di Lisbona, all’origine del dissolvimento dell’idea di una Europa democratica e solidale.
La bocciatura dell’accordo proposto dal Primo Ministro Teresa May, non è stata un fulmine a ciel sereno, tanto è vero che la May non è stata sfiduciata e i conservatori hanno dato un chiaro segnale di voler mantenere il potere per giocare la partita dell’uscita impedendo che possa essere guidata dai laburisti di Jeremy Corbyn.
Tutto il mondo ora si sta chiedendo cosa accadrà, anche perché l’assenza di precedenti, rende tutte le ipotesi delle mere esercitazioni di stile.
Corbyn ha tentato di stanare i conservatori sul cosiddetto “no deal” ovvero una uscita senza accordo, perché a soffrirne di più sarebbero le classi più deboli, ma i conservatori non si sono mai formalmente impegnati ad evitarlo, e per come sono andate le cose, comincia a serpeggiare il sospetto che abbiano adottato una precisa strategia proprio in quella direzione: uscire senza accordo.
L’UE chiede alla Gran Bretagna di versare in suo favore 50 miliardi di sterline.
Ripercorrere la lettura dei Trattati può dare una indicazione.
L’articolo 50 del Trattato di Lisbona, invocato dal Regno Unito per uscire, non fa menzione di alcun pagamento: "Ogni Stato membro può decidere di recedere dall'Unione conformemente alle proprie norme costituzionali".
L’UE, dal canto suo, richiama invece la Convenzione di Vienna e precisamente l’art.70: “Conseguenze dell'estinzione di un trattato - 1. Salvo diversa disposizione del trattato o diverso accordo delle parti, il fatto che un trattato si sia estinto in virtù delle disposizioni del trattato medesimo o in conformità della presente Convenzione libera le parti dall'obbligo di continuare ad applicare il trattato; non pregiudica alcun diritto, obbligo o situazione giuridica delle parti, sorti per effetto della esecuzione del trattato prima della sua estinzione. - 2. Quando uno Stato denuncia un trattato multilaterale o esercita il recesso, il paragrafo 1 si applica nei rapporti fra questo Stato e ciascuna delle altre parti del trattato a partire dalla data in cui la denuncia o il recesso prende effetto”.
L’inciso “Salvo diversa disposizione del trattato o diverso accordo delle parti” è la chiave di lettura di questa uscita: se non c’è accordo tra le parti, occorre fare riferimento a ciò che dice il trattato e in questo caso il Trattato di Lisbona non parla di erogazioni nè di pagamenti per uscire.
Dunque l’UE, se il Regno Unito non paga, dovrebbe intentare una procedura davanti alla Corte Internazionale dell’Aja, e qui si va incontro ad un altro problema: i singoli Stati possono adire la Corte, ma l’UE non ha legittimazione processuale davanti ad un Tribunale internazionale perché non è un organismo unitario con rappresentanza unitaria per tutti gli Stati membri, proprio perchè non ha una Costituzione.
Una richiesta potrebbe essere fatta da tutti gli altri Stati congiuntamente ed è pacifico che prima di trovare una convergenza, i 27 Paesi lasceranno passare un paio di lustri.
Le questioni irrisolte comunque non attengono solo alla tassa d’uscita, ma a tutti gli accordi commerciali, allo status dei cittadini britannici nei paesi UE, alla condizione dei cittadini UE nel Regno Unito, ai rapporti finanziari con gli altri Paesi.
L’UE avrà un buco nel bilancio non da poco e una fase di assestamento successiva all’uscita senza accordo, economicamente ricadrà su tutti.
Le fasi di assestamento potrebbero contribuire ad aggravare la recessione già in atto in tutta Europa e con le elezioni europee a maggio, l’UE faticherà non poco ad arginare il modello britannico.
L’Italia ha una Costituzione i cui Principi Fondamentali sono incompatibili con i Trattati europei, ed è questo il motivo per cui Renzi voleva distruggerla.
Sarebbe invece auspicabile rompere quei trattati che impediscono l’attuazione dei Principi Fondamentali, come ad esempio il Fiscal Compact, preservando tutte le Convenzioni, come ad esempio quella di Istanbul, che ne danno attuazione.
Il sovranismo delle destre europee, e anche della destra italiana, si sta muovendo in direzione diametralmente opposta: l’uscita del Regno Unito sarà l’esempio di come fare per affermare un nazionalismo che esaspererà la negazione dei diritti civili e dei diritti sociali.
Ma gli inglesi non vanno via per questo, metà dei britannici hanno ancora l’orgoglio imperialista, figuriamoci se potranno mai rattristarsi dell’assenza di uno statuto europeo dei diritti essenziali dei lavoratori o della negazione dei diritti civili.
In queste ore hanno messo in piedi una pantomima spettacolare.
Per due anni hanno tergiversato sulla pianificazione di un accordo per uscire dalla UE e nel contempo hanno creato i presupposti politici perchè fosse bocciato dal Parlamento.
Sono stati pittoreschi, come da copione.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Componente del coordinamento nazionale di Potere al Popolo