ASSOLUTAMENTE INCAPACI
15-11-2024 21:37 - Redazione DA
La Corte Costituzionale ha rallentato, almeno per ora, la scomposizione della Nazione con la sentenza che ha frenato l’Autonomia Differenziata.
Ben sette norme essenziali sono state bocciate, e dunque la legge è totalmente svuotata nelle sue essenziali finalità disgregative.
Dopo la votazione parlamentale che approvava in via definitiva quell’abominio di legge che avrebbe riportato l’Italia alle divisioni preunitarie tra ducati, comuni e signorie, i leghisti gongolavano con toni trionfalistici.
La Corte Costituzionale non ha detto che una legge sulla autonomia non si possa fare, ma che le norme con le quali è stata articolata sono inammissibili, ed è stato come se avesse detto a leghisti & company che sono assolutamente incapaci di ridisegnare l’organizzazione dello Stato.
Purtroppo non l’hanno nemmeno capito, stando alle dichiarazioni che stanno rilasciando.
Di certo non si rassegneranno perché ciò che li anima non è il bene comune, ma una irrefrenabile spinta secessionista mai sopita.
La Carta Costituzionale italiana per costoro ha il grave difetto di disegnare una Nazione democratica e si sa che i leghisti sono allergici alla democrazia perché contiene in sé i contrappesi per garantire i diritti umani contro le pulsioni prevaricatrici di talune fazioni politiche.
La Corte Costituzionale tuttavia lascia aperta una grave perplessità quando affida al Parlamento il compito di colmare i vuoti che il pasticcio leghista ha messo in atto.
Il Parlamento italiano da tempo non è più la sede della democrazia rappresentativa, non è più il luogo dove si esercita la sovranità popolare delegata attraverso il voto, almeno da quando le leggi elettorali hanno rotto il legame tra rappresentati e rappresentanti, per intenderci dal porcellum leghista in poi.
Ora attendiamo gli sviluppi sui quesiti referendari contro la medesima legge già dichiarata incostituzionale e la sentenza potrebbe rendere superflua la consultazione referendaria.
Resta un altro scoglio da superare ovvero il premierato dal momento che leghisti e neofascisti si sono accordati per la disgregazione dello stato democratico in una partita di scambio tra autonomia differenziata e premierato, e con la bocciatura dell’una resta in bilico anche l’atro.
Non c’è previsione tangibile su come continueranno l’opera demolitrice, e ogni volta che pensiamo di aver toccato il fondo, scopriamo che costoro sono capaci di scavare ancora più in basso.
Oggi comunque la Corte ha posto un argine, per il resto si vedrà.
Ben sette norme essenziali sono state bocciate, e dunque la legge è totalmente svuotata nelle sue essenziali finalità disgregative.
Dopo la votazione parlamentale che approvava in via definitiva quell’abominio di legge che avrebbe riportato l’Italia alle divisioni preunitarie tra ducati, comuni e signorie, i leghisti gongolavano con toni trionfalistici.
La Corte Costituzionale non ha detto che una legge sulla autonomia non si possa fare, ma che le norme con le quali è stata articolata sono inammissibili, ed è stato come se avesse detto a leghisti & company che sono assolutamente incapaci di ridisegnare l’organizzazione dello Stato.
Purtroppo non l’hanno nemmeno capito, stando alle dichiarazioni che stanno rilasciando.
Di certo non si rassegneranno perché ciò che li anima non è il bene comune, ma una irrefrenabile spinta secessionista mai sopita.
La Carta Costituzionale italiana per costoro ha il grave difetto di disegnare una Nazione democratica e si sa che i leghisti sono allergici alla democrazia perché contiene in sé i contrappesi per garantire i diritti umani contro le pulsioni prevaricatrici di talune fazioni politiche.
La Corte Costituzionale tuttavia lascia aperta una grave perplessità quando affida al Parlamento il compito di colmare i vuoti che il pasticcio leghista ha messo in atto.
Il Parlamento italiano da tempo non è più la sede della democrazia rappresentativa, non è più il luogo dove si esercita la sovranità popolare delegata attraverso il voto, almeno da quando le leggi elettorali hanno rotto il legame tra rappresentati e rappresentanti, per intenderci dal porcellum leghista in poi.
Ora attendiamo gli sviluppi sui quesiti referendari contro la medesima legge già dichiarata incostituzionale e la sentenza potrebbe rendere superflua la consultazione referendaria.
Resta un altro scoglio da superare ovvero il premierato dal momento che leghisti e neofascisti si sono accordati per la disgregazione dello stato democratico in una partita di scambio tra autonomia differenziata e premierato, e con la bocciatura dell’una resta in bilico anche l’atro.
Non c’è previsione tangibile su come continueranno l’opera demolitrice, e ogni volta che pensiamo di aver toccato il fondo, scopriamo che costoro sono capaci di scavare ancora più in basso.
Oggi comunque la Corte ha posto un argine, per il resto si vedrà.