IL BLUFF
13-03-2021 18:11 - Carla Corsetti
Enrico Letta è stato cooptato per guidare il Partito Democratico dopo le dimissioni di Zingaretti.
Enrico Letta non è una persona comune.
Pensare di confondere il suo modo di porsi con i suoi contenuti, facendolo passare per un uomo insignificante, è un errore grossolano.
Letta sa esattamente cosa sta facendo ed ha cognizione del suo ruolo più di quanto non lasci intendere ad osservatori mediocri.
I suoi toni pacati contrastano certamente con la volgarità di chi sa esaltare le folle con gli insulti e il turpiloquio, ma contrastano anche con la antipatia di chi ha inutilmente aggravato la povertà degli italiani.
Enrico Letta ha il volto del bravo ragazzo, usa metafore desunte dai cartoni animati o dai libri di favole, come la bibbia, è rassicurante e ha i tempi di risposta giusti per non porre il popolo in fibrillazione, accompagnandolo piuttosto verso una cristiana rassegnazione.
Enrico Letta, insieme allo zio Gianni, a Giulio Tremonti, a Romano Prodi, a Mario Monti, per citare alcuni nostrani tra i più noti, partecipa da protagonista ai convegni nei quali gli economisti di stampo liberista si stanno ingegnando da qualche decennio come convincere i governi a smantellare lo stato sociale per ingrassare poche famiglie facoltose.
Enrico Letta sa che il popolo italiano può decidere di farsi comandare da chiunque, passando indifferentemente da dei manigoldi a degli stagisti di lusso, da degli stagisti di lusso a dei banchieri, e dunque parla usando un linguaggio volutamente banale, quasi a non voler destare sospetti.
Enrico Letta è abile.
E' stato allevato per comandare, pubblica libri di economia da almeno un decennio, non si preoccupa di chi resterà stritolato dalle sue pianificazioni, sa che il fine giustifica i mezzi.
Il vero problema è che i mezzi non ci sono e il fine è un bluff.