PUZZA DI STATO PONTIFICIO
18-04-2021 12:30 - Cai Bravi
Si discute sull'approvazione della legge Zan, più o meno ostacolata da certa parte politica. Si discute su ciò che non produrrà alcun risultato. L'approvino pure questa legge, modificata o meno, quando viene calata in un contesto di degrado civico e normativo.
In questa tristissima nazione servono leggi che garantiscano i diritti civili di tutti, non leggi tese a reprimere e punire un comportamento incivile. Finché in questo arretrato Paese mancheranno leggi che da decenni sono state approvate nel resto d'Europa, "i diversi" di ogni tipo e riferimento (non soltanto sull'orientamento sessuale) saranno tali perché discriminati da leggi che li relegano in un piano inferiore rispetto agli altri cittadini. E non ci si aspetti che una legge tesa a reprimere i comportamenti bestiali possa tacitare il volgo ignorante, riesca a cancellare d'improvviso l'educazione partriarcale e medievale del popolino italico. Questa legge non servirà assolutamente a niente, se mancheranno quelle normative tese a includere tutte le persone, con le loro caratteristiche, in una società completa, laica e tollerante. La ghettizzazione porterà sempre all'emarginazione, e i discriminati saranno sempre oggetto di violenza. La responsabilità della violenza è della politica clericale che abbiamo da quarant'anni, che ha arrestato il progresso civico della società italiana.
Ciò che accade oggi alle minoranze discriminate capitava nello Stato Pontificio alle persone di religione ebraica, che erano tollerate ma discriminate, ghettizzate e inibite, ma al contempo erano protette dal pontefice, che da buon padre di famiglia le custodiva tenendole separate dagli altri sudditi, mentre il pecorame cattolico trovava ogni pretesto per linciare gli ebrei alla prima occasione, stuzzicati dal predicatore di turno.
Che schifo vivere in una nazione la cui politica istituzionale puzza ancora di Stato Pontificio.